Le tre ragioni principali per cui le famiglie decidono di educare personalmente i propri figli sono tre:
Altre motivazioni altrettanto importanti possono essere:
Esiste però un’altra motivazione, che noi riteniamo essere la migliore:
Un numero crescente di famiglie si sta rendendo conto che l’educazione dei propri figli non può venire delegata. L’educazione parentale ci permette di riflettere sul vero significato di essere genitore ed avere la responsabilità della vita di un’altra persona.
Molte persone credono che l’educazione serva per trovare un lavoro, per risolvere problemi, per imparare a far fronte a situazioni difficili o anche per ottenere una vita sociale. In maniera limitativa potremmo dire che per raggiungere questi scopi bisogna attingere le proprie conoscenze da una scatola preconfezionata di saperi, creata da persone a noi estranee e passare degli esami che testimonino le nostre capacità.
Certo è che per raggiungere certe posizioni lavorative si necessita di qualifiche scritte, ma queste qualifiche di specializzazione si ottengono presso le università, i college esteri, o tramite corsi di specializzazione. Possiamo quindi dire che il sistema scolastico 6-18 anni serva a trovare un lavoro o per potersi iscrivere all’università / a un corso di specializzazione?
Pochi si rendono conto che non è necessario seguire il “tradizionale” sistema (primarie-secondarie di primo e secondo grado) per iscriversi all’università. Molte università accolgono i ragazzi educati a casa a braccia aperte dato che spesso essi sono più maturi e motivati, questo accade sempre più spesso all’estero. Non c’è una motivazione valida per cui l’educazione debba iniziare a 6 anni e terminare a 16. Per esempio in Inghilterra gli esami di ingresso all’università (GCSE) si possono affrontare a qualsiasi età. Inoltre non dimentichiamo i corsi universitari e di specializzazione online.
Nella maggior parte dei casi mandiamo i nostri figli a scuola per ottenere quel pezzo di carta che testimonia la loro partecipazione alle lezioni. Sfortunatamente questo pezzo di carta ha sempre meno importanza nella società odierna. Molto di quello che i bambini imparano a scuola viene dimenticato o risulta irrilevante nella loro vita da adulti.
Quindi l’educazione significa ottenere “pezzi di carta”? Cos’è veramente l’educazione? Serve ad annullare il pensiero critico? Serve a creare cittadini leali e rispettosi del governo vigente? Serve a far si che tutti abbiano lo stesso bagaglio di informazioni? No, non penso che le persone credano che questa sia l’educazione, molti di noi direbbero che educare significhi preparare i ragazzi ad una sana vita adulta.
Il sistema scolastico raggiunge questo scopo? Per rispondere dobbiamo chiederci cosa implica “essere preparati per una vita da adulti” o anche cosa comporti “essere adulti di successo”. Avere successo significa realizzare se stessi raggiungendo i propri scopi. Un adulto di successo realizza i propri obiettivi. Quindi la prima cosa che un bambino dovrebbe imparare è come fissare una meta e cercare di raggiungerla, come prendere decisioni o ancora scoprire quali sono i valori morali che ritiene importanti e che vuole fare suoi. Purtroppo il sistema scolastico non ha queste priorità: non insegna ai bambini ad essere indipendenti e a pensare con la loro testa. Oggigiorno quello che più conta sono i voti e i certificati. Gli insegnanti non possono più insegnare quello che conta veramente, purtroppo essi devono insegnare a “passare degli esami”, a dare le risposte “giuste” per ottenere i voti più alti. Questa è educazione? Non credo.
I bambini imparano a scuola. Ma l’educazione non è imparare nozioni da un libro. Nel processo di crescita l’acquisizione di nozioni rappresenta solo una piccola parte. Da genitore considero molto più importante l’acquisizione di valori, di un senso morale, di indipendenza, di autodisciplina, di responsabilità e dell’avere il coraggio di difendere le proprie convinzioni. I nostri figli devono imparare a pensare. Essi devono conoscersi, accettare la loro unicità e comprendere quella degli altri.
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